Incontriamo Paolo Caldesi, autore del libro “Il pesciolino zoppo”
Prima di tutto una piccola presentazione. Chi è Paolo Caldesi?
È nato in mezzo ad un bosco e, forse per questo, non riesce ad adattarsi alla città.
Appassionato della natura, curioso e aggeggione. A Paolo piace imparare a fare di tutto e tanti sono i lavori che ha fatto, ma il più difficile è sicuramente essere babbo.
Come nasce la tua passione per la scrittura?
Per caso. Ho scritto il mio primo racconto perché volevo fare un regalo originale in occasione di una Prima Comunione. Ci ho messo 14 anni per pubblicarlo. Poi ho riscoperto il piacere di scrivere grazie al successo che ha avuto.
Hai delle abitudini particolari quando scrivi?
Scrivo dove mi trovo, rubo tempo al tempo e quindi spesso mi trovo a scrivere con lo smartphone.
Quale messaggio hai voluto trasmettere con il libro “ Il pesciolino zoppo” ?
È un racconto che ho scritto tutto d’un fiato. Ho immaginato la complessità di questo mondo visto con gli occhi di una bambina. Il messaggio finale non è scontato, ma spero sia una bella lezione di vita, non solo per i bambini.
Naturalmente non voglio anticipare nulla. Mi fa solo piacere che chi lo ha letto ha voluto fare il bis.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi libri?
Trovo ispirazione nella quotidianità. Episodi e situazioni che mi colpiscono, e su cui sarebbe importante riflettere. Siamo troppo bulimici nel consumo dell’informazione. Le parole possono fare la differenza, vanno usate bene e, possibilmente, non sprecate.
C’è un libro a cui sei affezionato e che consiglieresti?
Potrei sembrare ruffiano con la città in cui vivo, ma “Metello” è sicuramente uno dei libri che consiglierei. Adoro Pratolini.
Adesso stai lavorando a un nuovo libro?
Sto completando una raccolta di racconti brevi scritti durante questa pandemia. Fotogrammi di vita, non dico altro. Poi ho due progetti in corso…un viaggio nel tempo e teatro per bambini. Ma la testa è più veloce delle mani, con calma e tempo (quello manca sempre) faccio tutto.
Quando posso mi diverto ad alimentare un blog in cui ho immaginato un’anziana coppia in casa di riposo… Ma questa è un’altra storia, anche se aiuta a riflettere sulla quotidianità.